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Estate 1975. In un villaggio della costa salentina si rinnova la guerra
che oppone i ragazzini benestanti ai figli dei pescatori, dei pastori, dei
contadini: i cosiddetti cafoni. A dichiarare e alimentare questo
conflitto è il quattordicenne capo dei signori, che fa Angelo di nome,
ma che nel soprannome porta il segno del campione e della perfidia:
Francisco Marinho (rapinoso calciatore brasiliano dell’epoca),
altrimenti detto il Maligno. Ossessionato dall’odio per i cafoni,
Francisco Marinho combatte in nome dell’ordine sociale, della
divisione di classe, della continuità storica. Ma quando, per un
tragicomico equivoco, nella sua visione del mondo subentra una punta
di compassione – o forse di affetto, o forse di amore – verso una
giovane cafona, la separazione tra il bene e il male comincia a
offuscarsi. Intorno a lui, i sintomi di una stagione nuova: dove il
prestigio o la disgrazia dell’essere cede il passo all’arroganza
dell’avere. La guerra dei cafoni non sarà più scontro tra i ranghi che
ribadiscono la propria natura, ma lotta di conquista, arrampicamento,
disordine collettivo e interiore. Metafora, attraverso un microcosmo di
ragazzini indemoniati, del cambiamento collettivo che in quegli anni
trasfigurò il nostro paese, il nuovo libro di Carlo D’Amicis è poema
cavalleresco e satira sociale, romanzo di formazione e divertissement
pulp, tragedia dell’antica borghesia e commedia dell’Italia moderna.
Puglia anni Ottanta, Domenico e Francesco, chiamati da tutti Zazà e
Veleno, sono due ragazzini che giocano tra gravine e trulli con una
banda di personaggi memorabili insieme a cui cresceranno. I due
vengono da famiglie molto diverse: Zazà vive in un quartiere popolare,
Veleno è un figlio di papà. Negli anni si imbatteranno in Annalisa, una
ragazza dalla vita poco ordinaria e dalla bellezza fuori dal comune.
Annalisa frequenta i matti del paese, si veste fuori moda, chiacchiera
soltanto con uomini molto anziani e si porta addosso terribili dicerie
che gli eventi paiono confermare drammaticamente con il passare del
tempo. Eppure il suo fascino unico sembra perseguitare come una
maledizione i due amici, cui la vita serba disavventure e svolte
clamorose. Una Puglia d’epoca per un romanzo intenso e avvincente.
C’è anche un pezzo di Puglia nelle storie di rinascita, coraggio e ritorno alla terra raccontate da Laura Donadoni, ambasciatrice internazionale dei vini italiani, nel suo libro “Come il vino ti cambia la vita” (Cairo Editore). Tra i sei “straordinari” produttori, che hanno scelto con coraggio e testardaggine la ricchezza enogastronomica e culturale e la bellezza dei territori, il salentino Claudio Quarta, ex ricercatore genetista e imprenditore farmaceutico, da quindici anni ormai viticoltore di successo con tre cantine nel “Sud che emoziona ”: due sono in Salento–Tenute Eméra a Lizzano e Moros a Guagnano e una, Cantina Sanpaolo, in Irpinia.
Puglie minuscole e minori, arcaiche e marginali, Puglie di tutti i giorni,
periferiche e secondarie rispetto alle cartoline, alle riviste e alle
oleografie allestite per le fiere del turismo. Ma non è una Puglia in
tono minore o marginale quella che emerge da questo libro tutto da
“vedere” e da ” ascoltare”, ma anche da “assaporare” per la sua
esplosione di colori e atmosfere che animano la nostra terra.
Il resoconto del viaggio gastronomico effettuato in Puglia dalla
scrittrice Nancy Harmon Jenkins nell’autunno del 1995. In 262 pagine
raccoglie il meglio delle ricette tradizionali del tacco dello stivale.
Un libro mobile e intenso. Clara è magnetica. Illumina le stanze in cui
entra o le oscura, a seconda della tempesta che l'accompagna. L'ultima volta che l'hanno vista viva, camminava nuda nel centro della statale Bari-Taranto. Questa è la storia di due giovinezze, una famiglia, una città, delle colpe dei padri annidate nella debolezza dei figli, di un mondo dove il denaro può aggiustare ogni cosa fino all'attimo preciso in cui è già troppo tardi. Al centro c'è un corpo di donna chiuso nello sguardo di tutti quelli che hanno creduto di poterlo possedere.
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